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I FIGLI DELL'ARIA

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Salgari, Emilio 34 occorrenze

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bronzo, il cui suono si propagò lungamente nell'immenso corridoio, svegliandone l'eco. - Dove ci conducono? - chiese Rokoff a Fedoro. - Dal capo della

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Rokoff. - Che ci spezzi ancora le ali? - I venti soffiano furiosi sulle Tant-la, forse più che sugli altipiani settentrionali. Vedo una nuvola nera

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simile infamia contro di noi! ... - Fedoro, che cosa possiamo tentare? Ci lasceremo torturare e assassinare in questo modo da queste canaglie? Noi

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. Sono meno superstiziosi e più coraggiosi. - E poi ci hanno veduti - aggiunse Fedoro. - Avranno pensato che un drago non si lascia montare dagli uomini

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qualche palla fischiare - disse Fedoro. - Non mi stupisco - rispose il capitano - eppure ci troviamo a milletrecento metri. Non sono i moschettoni a

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bufera - disse il capitano con qualche inquietudine. - Non sarebbe stato meglio fermarci dove ci siamo accampati? - chiese Rokoff. - Il vento ci avrebbe

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Bogdo-Lama - rispose Fedoro. - Come ci accoglierà? Mi sento indosso un certo malessere che si direbbe paura. Se indovinasse in noi degli europei? - Taci

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crollò, la testa con un gesto di scoraggiamento. - L'alba non è ancora sorta - disse poi. - Ci siamo noi - disse Rokoff. - Vedremo chi avrà il coraggio

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pare che non abbia la ruvidezza della lingua inglese, né tedesca, né ... - Signori, l'Hoang-ho - disse il capitano avvicinandosi bruscamente. - Ci

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all'infuori e dei moschettoni lunghi, pesanti e a miccia. - Che splendidi guerrieri! - esclamò Rokoff. - Non saranno certamente quelli che ci

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- disse Rokoff. - La corrente non è molto impetuosa in questo luogo. Così esploreremo le vicinanze e ci accerteremo se qualche pericolo ci minaccia. Il

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capitano. - Noi ci troviamo già a quattromila metri sul livello del mare e continuiamo ad innalzarci. Non sarei sorpreso, se procedendo, vi cogliessero

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imperfettamente. - Dicono che hanno trovato nella nostra stanza il coltello. - Ve l'avranno posto coloro che ci hanno trasportati sui nostri letti. La cosa

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, scrollando la gabbia e cacciando il bambù negli occhi dei più vicini. - Prendete! A te zucca fessa! Non avrai più bisogno degli occhiali! Ci volete

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invece, con quel capitombolo, avete salvato la pelle. - Non ci voleva che un cosacco per decidermi, signor Rokoff. - Anch'io senza di te non avrei mai

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? - Ah! Signore! - esclamò Rokoff. - Io spero invece che ci farete assaggiare ancora di quel liquore. - Sì, ma senza narcotici - rispose il capitano

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. - Se qualcuna cadesse qui e ci fracassasse lo "Sparviero"? - si chiese ad un tratto il cosacco. - Tutto è possibile in questo dannato paese. Stava per

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panorama. Pechino si estende dinanzi a noi e fra poco ci libreremo sopra la città imperiale. Ora ci troviamo nel parco dei Mari del Sud, guardatelo, signori

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che contrastavano vivacemente con quelle agili e decise del compagno. - Ebbene, Fedoro, ci si arriva? - chiese ad un tratto l'uomo tozzo, sbuffando

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bufali? - No, jacks selvatici. - Ci avevate promesso di farceli cacciare. - È quello che faremo domani mattina - rispose il capitano. - Abbiamo

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non siamo fanciulli, Fedoro! ... - E che importa? Forse che non siamo discesi dal cielo? Forse che gli abitanti di questo lago sacro non ci hanno

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, perché ci ha salvato la vita. - Andiamocene, capitano. Ne ho abbastanza di questo vallone e anche degli altipiani del Tibet. - Hanno già accomodato

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vostra provvista di tè - disse Rokoff. - Quale accoglienza ci faranno? Voi che siete ancora vestiti da cinesi non avrete nulla da temere, ma io? - Ci

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strega con un pugno! - Ci mettereste in un serio imbarazzo - disse il capitano. - E se la principessa si ostinasse ad avervi? - Proponetegli il vostro

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altre volte in Cina? - Tutti gli anni ci torno. - E conoscevate Sing-Sing? - Da molto tempo ed ero suo amico. Quale scopo dovevo dunque avere io per

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giorno di festa e la cena ci aspetta; a più tardi maggiori spiegazioni. Ditemi, però: avreste paura di dormire nella mia stanza? - Io! - esclamò il

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Rokoff. - Noi ci fermeremo qui. - Noi! - esclamò Fedoro. - E gli altri? - Devono andare altrove. - Collo "Sparviero"? - Sì, collo "Sparviero" - rispose il

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. - Giudicheremo dall'accoglienza che ci faranno. Lo "Sparviero", che al momento in cui il capitano aveva dato il comando al macchinista, si trovava a soli

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spalle. - Fermati! Non sparare! - aveva detto Fedoro precipitosamente. - Perché? - chiese il cosacco, sorpreso. - Vi è qualcuno che ci spia. - Chi? - Non

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o sarei giunto troppo tardi - rispose il capitano. - Ci avreste almeno vendicati - disse Rokoff. - Avevo già fatto preparare delle bombe ad aria

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carabine, appena il leopardo ci lascerà. Lo "Sparviero", sorretto solamente dai piani inclinati, continuava ad abbassarsi dolcemente. L'irbis sempre più

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so se a quest'ora saremmo ancora vivi. I cannoni della giunca ci avrebbero massacrati in pochi minuti. - Ed infatti non tiravano male quei marinai

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cinquecento metri, onde tenerci fuori di portata dalle armi da fuoco. - Temi che ci facciano cattiva accoglienza? - chiese lo sconosciuto. - Che cosa vuoi

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canguro che abbiamo preparato in Australia e che ci daranno una zuppa eccellente. - Del brodo che viene dall'Australia! - esclamò Fedoro. - Gelato a

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